le mie..

le mie..

Sunday, August 4, 2013

finché sei in tempo.


(?)... dimmi, come sono le tue carte, pensi valga la pena aumentare il carico, andare a vedere, bluffare, hai di che coprire ... sicuro che il piatto sia alla tua portata ... è la prima volta che giochi, e credi di averne il diritto, diritto di sperare, già, perché a un morto di fame come te è sempre stato imposto il Nulla.

Non si sono accorti, di te, o meglio ti convinci di averla fatta franca, che l’abito apparentemente stile trasandato, nasconda il tuo essere, sei riconoscibile amico mio, quella etichetta sotto il polsino, il telefonino ancora immacolato, che parla una lingua a te sconosciuta, e poi, il tuo non profumo dettato da sapone di quarta categoria, l’ultima, perché più in basso è impossibile cadere, e se fosse, tu amico mio, saresti uno fra i centinaia di migliaia ad occuparne un posto di rilievo. 
Punti le dita dei piedi, le scarpe sono nuove, ma purtroppo non tue, nella vetrina dei meno poveri non avevano il tuo numero, e hai pensato che forse, affittandola ugualmente, il fastidio avrebbe giovato alla tua attenzione, avresti contato minuziosamente le carte, i loro semi, così come vedesti fare da quello strano soggetto cui chiedesti d'insegnarti le poche regole che speravi fossero le più importanti, le uniche che facessero al caso tuo, mio stupido amico.
Quella non è la tua sedia, la gente che ti circonda a cui per qualche istante hai scippato l'aria, sta neppure tanto amichevolmente, prendendoti in giro. Non sono meglio di te, ma nella scala alimentare sono due gradini sopra il tuo, quindi amico mio, tu sei la preda, e fra loro nessuno si sta pregustando il piatto, tu. Fra poco faranno cadere il sipario, l'attrazione della serata, la loro, ha stufato, non hanno più bisogno di te ... torna a casa, se ne hai il coraggio, torna dalla tua famiglia, da tua moglie e dai tuoi due figli che per la tua stupidità per i prossimi giorni dovranno camminare guardando per terra, non per la vergogna, ma per nascondere la fame che tu hai regalato loro.
Come ti senti, mio tragico e sciocco amico?
Cosa mi dici di quei semi che hai creduto di contare, non era meglio piantarli, dare loro la giusta acqua, anziché trovarti per la strada fangosa con la paura di danneggiare ciò che indossi ... domani mattina dovrai restituire l'abito e il denaro perduto, so che hai intenzione di fuggire, ma porca miseria, che i prossimi giorni di merda e disperazione ti diano un'ultima possibilità di riscattare te stesso. 
Ora torna a casa, in quei sei metri quadrati di cicca, troverai loro ad attenderti, affamati ma pur sempre contenti di averti, mio sciocco amico.

l'ingenuo scribacchino ...