le mie..

le mie..

Monday, December 31, 2012

non ho molto da dirti, solamente ...



Non ho idea di quante persone abbiano sofferto durante quest’anno che volge al termine, non posso minimamente immaginare quante siano state le lacrime versate, e quante quelle invisibili, quelle che non sgorgano più, che non hanno alcuna ragione di esprimersi, alcuna forza. So di averne viste e vissute una piccola parte, una goccia a confronto del torrente mai appagato, mai domo, mai quieto, un corso inarrestabile. Pianti inascoltati, grida occultate da un’omertà assordante, sguardi assenti che non possono esprimere più alcun colore … calore.
Un torrente incapace di ricevere giustizia alcuna.

... addio 

raoul

Thursday, December 27, 2012

gioca con me, anche solo per un minuto.


Nelle vicinanze, piccole piramidi di patate e cipolle, una volta dentro mi accorgo che della musica sdolcinata, commercialmente romantica, fastidiosa, a dir poco fuori luogo, è entrata senza chiedere permesso. 
La vista sta ancora dando del lei a ciò che mi circonda, e un consumato seno mi da il Buongiorno ... non lontano, giacciono dei piedi gonfi che la terra da tempo ha reso indifferenti ... un bimbo il cui cervello, spappolato per chissà quanti attacchi di epilessia, cammina come se il suo corpo fosse costantemente percorso dalla corrente elettrica, lo guardo, forse accenno a un sorriso, mi gioco l’improvviso silenzio che tanto amo dandogli un fischietto di carta, di quelli che Tu usavi per le feste.

Faccio ordine nella mente, guardo le scatole contenenti ciabatte usate, una per le sinistre e una per le destre, il numero non combacia, a qualcuno mancherà uno dei due, e non per un breve periodo.

Adoro i barattoli di mastice, una cosa che non dovrebbe mai mancare, assieme a un buon coltello e dello spago resistente, chi non possiede altro sa di avere un piccolo tesoro fra le mani.

Mani acerbe, pugni chiusi che non dissero mai ciao, attendono che qualcuno le faccia sbocciare, che le dita possano aprirsi come petali di un fiore di cui nessuno conosce il nome.

Osservo i piccoli vestiti accuratamente contrassegnati, un’immagine che rincorre la mia logora ingenuità, un bisogno che non cessa, intendiamoci è un dare che benedico, ma che vorrei avesse i giorni contati, che non fosse così vitale … scusate, a volte l’utopia prende in ostaggio anche me, se pur per poco. 

raoul

Monday, December 24, 2012

un giorno come tanti, come troppi.



“Auguri di un sereno Natale” … parole vuote.

Non abbiate timore a condannarmi se considero un tale momento così poco significante, non ci vedo nulla, anzi, solo tanta ipocrisia.
Il tutto è stato svenduto, quel poco di buono che ricordavo, barattato con la più bassa forma d’indifferenza. 
Chiedo scusa a coloro che possiedono più forza di me, Piccole persone, incontrate nel mio modesto vivere, gente umile, tenace, con la fede, quella lì, che io non possiedo.
Ricordo ancora quando da bimbo scrissi su un foglietto che poi appesi sotto una scrivania malandata, erano i miei personali comandamenti, tenuti nascosti per una stupida vergogna. Tempo dopo staccai la prova del mio disagio, rilessi con attenzione ciò che un ingenuo di otto anni ebbe l’audacia di scrivere, mi ci ritrovo ancora oggi. 
Valori che continuamente mi ripeto, difficili da seguire, cadere è sempre dietro l’angolo, ma permettete di discolparmi per parte di loro, ricordandone uno solo, quello che tuttora rimane il più importante, “augurarsi il bene è cosa di tutti i giorni”, 
Farlo, del bene intendo, lo visto poche volte, il bene dato senza pretendere, senza che per forza si sappia da chi giunga, il bene come costante e mai variabile, il bene che non lascia traccia perché fatto di pura normalità, il bene che ho visto negli occhi impauriti di un bimbo fatto di stracci cresciuto nel niente di un paese qualunque, che se anche tu non conosci, credimi, potresti capire di cosa sto parlando, è il bene con cui tu sei nato, e che questo mondo lacerato, il più delle volte non ti permette di vivere.

raoul

p.s. hai proprio ragione, i narcisi d’inverno sono belli, e un giorno, li saprò riconoscere.



Saturday, December 22, 2012

il seguito? smentite e menzogne.



Elicottero targato Nazioni Unite, personale filo russo, nessun piano di volo comunicato, ore 10,00 di oggi, ABBATTUTO in Jongley State dall’esercito sud sudanese. 


raoul

Friday, December 21, 2012

a volte serve



A una persona cara che mi chiede di non divenire troppo cinico, rispondo con un’immagine …

<< delle vesti stracciate e sporche indossate da un mezzo uomo altrettanto stracciato e sporco, due braccia che da tempo non risiedono più nel suo corpo, un viso sfigurato, una bocca capace di emettere suoni così lontani da poterli considerare parole, una tasca da indicare nel caso un tuo spicciolo volesse cambiar dimora, un guardiano pronto ad allontanarlo perché non partecipe dei suoi esigui guadagni, un giovane profumato che ostenta la sua non povertà>> 

… ora chiudi gli occhi, e ripassa questa immagine dentro di te una seconda volta, e poi una terza, una quarta, e ancora, e ancora, all’infinito.

Dimmi, si può divenire indifferenti ai sentimenti, e aggiudicarsi il titolo di Cinico?

raoul, un tuo amico.

La vergogna non conosce fine



Chi ha abbattuto chi. È questo il dilemma dei Nuba.

I ribelli pronti a prendersi il merito di aver colpito un Mig sudanese, la controparte a replicare che un guasto tecnico è stato la causa dell’incidente, l’unica cosa certa è che prima di esplodere e uccidere il pilota, i confetti BOOM hanno mietuto vittime fra i civili.
Gli aiuti non arrivano, le carte di Addis Abeba servono a riempire archivi insanguinati, numeri che saranno riportati in un futuro molto lontano, che saranno usati come Finto monito perché ciò non accada ancora.
Troppo importante l’oro nero del vecchio Sudan, troppo volutamente disattenta la comunità internazionale per ammettere che quel confine così disordinato, che quell’esodo di massa, serve, a tanti, a troppi.

Quindi, madri e figlie che dopo aver abbandonato mariti e padri perché stanchi di subire hanno gettato le zappe e preso le armi, e dopo giorni di cammino, di stenti, di malattie, raggiungete quelle fogne chiamate “campi per rifugiati” nel nuovo Sud Sudan, e siete costrette a subire ogni sorta di violenza morale e fisica da coloro che in teoria hanno il compito di proteggervi, sapete chi dovete Ringraziare.

l'ingenuo scribacchino

Tuesday, December 18, 2012

L'anno passato, era il 25 settembre



Sai, non pensavo fossi tu … ero in una squallida camera da pochi dollari, ero in viaggio, ero sporco, ero incazzato.
Senza luce e con una batteria che chiedeva di essere rigenerata, guardavo i minuti, nel mentre mi domandavo di chi fosse quell’ultimo messaggio così pesante, chi poteva avermi fatto un tale torto … i minuti, la poca connessione, il volersi lavare e allo stesso tempo credere che se mi fossi allontanato tutto sarebbe andato perduto, e avrei dovuto aspettare per sapere chi mi avesse scritto.
Accesi una sigaretta, presi un pezzo di pane dallo zaino, umido, meglio di niente, acqua calda da bere, slacciai i sandali, e i minuti, sempre loro, semplicemente bastardi nel consumarsi … cominciai a convincermi che fosse importante, trascurai di leggere i messaggi già ricevuti, avevo timore che toccare la piccola tastiera desse un banale motivo al signore Etere di non rimanere connesso con me.
Il tempo mi braccava, se ci fosse stato un improbabile venditore ambulante di energia elettrica, lo avrei pagato, sopraffatto, qualunque cosa pur di sapere chi. 

Iniziai a sorridere, qualcosa mi spinse verso di te, non saprei dirti il motivo, forse una speranza, doveva essere per forza qualcosa di bello, non avrei accettato nient’altro, mi sarei accontentato anche di un semplice ciao, purché fosse il tuo.
La luna mi accompagnava, la pregai di illuminare il mio polveroso dispensatore di messaggi … mancava poco, ancora pochi attimi, e il mio desiderio sarebbe stato esaudito, ne ero ormai certo, e così fu.

Non lessi tutto, saltai le parole, come un fuggiasco in cerca di un riparo sicuro, aprii l’allegato, nulla avrebbe potuto distrarmi dal farlo, era la tua voce, dolce come sempre, gli stessi brividi che provavo quando ti sentivo chiudere la preghiera del mattino dalla mia capanna sui monti Nuba.

Sai, non vi è giorno che mi dimentichi di ascoltarla, anche ora che scrivo, che attendo fino a quel click del registratore, quel tasto che sembra volermi dire ciao, quel saluto che poteva, doveva essere soltanto il tuo.

... abbraccia per me quel bimbo di stracci con il mio nome sulle spalle.

Ti voglio bene Anns,

raoul

Sunday, December 16, 2012

la solita merda



A chi frega che i viveri targati U.N. si trovino nelle merdose bancarelle.

A chi frega che auto “donate” dalle agenzie internazionali vengano utilizzate tipo Auto di Piacere.


A chi frega che una stronzetta del WFP non conosca neppure le origini della popolazione che risiede nel campo rifugiati.

A chi frega che alla stessa stronzetta venga corrisposto un stipendio mensile che potrebbe coprire il fabbisogno alimentare di un bimbo rifugiato e non, per i prossimi 6 anni.

A chi frega che la magliette azzurre di UNICEF e  UNCHR siano le più in voga … ancora e ancora ... quasì pià di Messi.

A chi frega che i rapporti delle Nazioni Unite siano sempre tardivi, falsati dalle esigenze del tipo “vogliamoci bene altrimenti ci mandano via, e rimaniamo disoccupati”, vedere Abyei e Jonglay State.

A chi frega che in determinati campi rifugiati, i disgraziati residenti vengano costantemente “mantenuti di numero”per una strana esigenza, ALTRUI.

A chi frega che un certo tipo di aiuto umanitario, la quasi totalità, crei una dipendenza e un sottosviluppo costante, pari a un drogato che uscito dall'eroina non può più fare a meno del metadone, mi spiego meglio, dalla fame alla ciotola di riso, poca ma pur sempre garantita. MATEMATICA DEL SEMPRE BISOGNO.

una serena notte, interessata, dall'ingenuo scribacchino.


Thursday, December 13, 2012

fra te e me



Vorrei tanto raccontarti, vorrei soffocare quella fuga che non conosce stanchezza alcuna, che perseguita l’animo mio. Impedirle di giocare con quel poco che rimane di questa vita abbattuta, di questo respiro affannato. 
Di abbracci sono stato avaro, ho centellinato il mio sentire, ho ingannato il mio bisogno di starti vicino.

Tu che mi conosci non abbandonarmi, mai.

raoul


p.s. a breve, l'ingenuo scribacchino.

Saturday, December 8, 2012

non ti chiedo molto



Parlo a te, bimbo che di stracci non sei fatto, mi rivolgo a te che forse hai ancora quel qualcosa che non ti vieta di rimanere insensibile.

Non ho spensierate favole da raccontare, segreti di mondi lontani da sussurrare, non ho giochi con cui farti svagare, non ora. Ho unicamente parole, sguardi, silenzi che un domani vorrei tu non ne facessi una normalità facile da trascurare. Vorrei che tu mi ascoltassi, desidererei che per un attimo tu allontanassi dalla mente il mondo sereno che per fortuna vivi, che quotidianamente, a ogni tuo battito cerchi di conoscere, di catturare, di plasmare, perché è anche tuo.

Quando ti siedi a tavola, col fratellino al tuo fianco, la mamma al suo, e tuo padre di fronte, la televisione sintonizzata su uno dei tanti notiziari, troppo chiassosi di parole vuote, spegni il “sonoro” che è dentro di te, fissa le immagini, i tuoi occhi acerbi lo possono ancora fare, ascolta il silenzio di quei visi, piccoli come il tuo, guarda oltre, osserva ciò che oramai in troppi non vogliono sentire. 

Permetti al dolore di quel mondo di attraversarti, ti assicuro che non ti lascerà cicatrici, ti prometto che ciò che proverai, anche se forte, non sarà inutile, ti giuro che il vuoto che sentirai non sarà neppure lontanamente paragonabile a ciò che quei piccoli bimbi di stracci nascosti nelle fessure di quelle montagne stanno vivendo. 

Loro non ti chiederanno mai di rinunciare a ciò che ti appartiene. 
Loro ti chiederanno di non dimenticarli, che almeno tu, sappia che sono fieri di essere stati dei Nuba.

Ti ringrazio di avermi ascoltato, ora riaccendi il sonoro, è il momento del dolce.

buonanotte ...

raoul

Thursday, December 6, 2012

intorno a me.



Una piccola caraffa, rosso plastica, in cui spegnere sigarette che per quanta compagnia possono darti, fanno sempre male.

Una zanzara galleggia compiaciuta nel tuo non più bollente caffè, non osi disturbarla e tantomeno berla.

Un vecchio stuzzicadenti gioca a nascondino nel tuo taschino, e se volessi sforzarti, ricorderesti l’attimo in cui gli desti rifugio.

Adorabili insetti si divertono a sorprenderti, una interminabile sfilata di piccoli ospiti di cui non conosci generalità, gusti e ambizioni.

Un coltello regalato da un amico, una breve telefonata per dirgli che è sempre con te.

Unghie e polpastrelli mai puliti, segno che qualcosa di buono è stato fatto.

Una lampadina da pochi centesimi riposa in pace, chissà quante cose sono state viste grazie a lei.

Un pallone, ricucito un imprecisato numero di volte, non più sferico, ma ancora buono per essere preso a calci, anche domani.

Un rubinetto rotto ma ancora funzionante, ornato da uno slip lavato durante una doccia fredda, simpatica utopia pensare che sia pulito.

Una vecchia banconota per rammentarti su quale parola il tuo sguardo si congedò il giorno precedente.

Un bottone, da giorni in vista, speranzoso di tornare al proprio posto, ma di ago e filo non ne vuoi proprio sentir parlare.

Una penna, blu, per annotare pensieri che ai molti non diranno nulla ma a te sì.

Un’immagine sfocata di una persona cara che prima o poi rincontrerai.

Una musica, sempre la stessa, che ami ascoltare perché ti ricorda un tempo che non ti verrà mai più restituito.

Una notte, questa, gemella di ieri e a Dio piacendo anche di domani.

ingenuamente, raoul


Monday, December 3, 2012

nessuna colpa.



Lui andava in altri villaggi, e se ci pensi, neanche poi così distanti, ogni tanto rientrava, una breve sosta per prendere parte del denaro che tu guadagnavi, salutare poco affettuosamente il figlio che solamente tu accudivi. Chissà quante cose ti avrà raccontato, e quanto poco ti avrà lasciato tutte le volte cui spariva. 
Mi sbaglio, perdonami, ha condiviso con te qualcosa d’immenso, ti ha donato una parte di lui che son certo ne avresti fatto volentieri a meno. 
Ormai il regalo lo hai aperto, il nastro che lo avvolgeva è stato tolto quella volta cui tu ricevesti quel freddo certificato, accompagnato da nessun parola di conforto, quella data rimarrà impressa nella tua memoria per sempre, al contrario del tuo compleanno di cui sai solo che pioveva. 
Forse non sapevi neppure cosa significasse, ora lo sai e prendi il trattamento, ma ormai sei segnata, sei una povera sieropositiva, con carico un figlio, sei merce avariata.

Vai avanti ugualmente, da quel giorno hai messo parte abbastanza da poter costruire una stanza in cemento, ma ti occorre il permesso, e costa caro. Soldi o sesso a rate, questo ti è richiesto, e si sta parlando di sesso “sciolto”, nessun Guanto. 
Allora dimmi, a questo Stronzo che pretende da te della ginnastica per dare un tetto a tuo figlio fortunatamente “non come te”, cosa risponderai?

Non ho da darti nessun consiglio, solo ricordarti che tra quel pezzo di merda che fece di te uno Scarto e il funzionario non vi è alcuna Differenza.

a voi tutti, una serena notte.

Sunday, December 2, 2012

numeri, fantasia, e tanti se



Dovrei essere abituato, vaccinato, la cosa non dovrebbe catturare il mio pensiero, perlomeno non per troppo tempo ...

<< 42 gradi che ti seguono instancabilmente, un’umidità che ti ricorda che sei fatto di acqua e ossa, la sigaretta da tre centesimi di euro che quasi si accende da sola, una gengiva dolorante, e la mente opportunamente disordinata, cos’altro desiderare? Guardo i sandali consumati portare a spasso quelle estremità che a chiamarle piedi dovrei mettermi in fila dove distribuiscono gratuitamente la cosa più importante che si possa sognare da queste parti, la Fantasia.

Dimenticavo, nulla è gratis.

Continuo, giro l’angolo di un sentiero mal tracciato e mi imbatto in un cartello blu e bianco, uno dei tanti, se avessi impresso nella mia memoria tutti gli spazi pubblicitari, perché è così che amo definire la segnaletica delle varie agenzie delle Puttane, Nazioni Unite, e se per ognuna ci fosse stata una moneta, potrei tranquillamente rivestire questa strada di merda che sta colorando le mie fottute dieci dita.

Dicevo, quanti cartellini, “donato da … a favore di”, scuole, che se tu, che mi leggi andassi a controllare quanto sono costate, potresti pensare che in questo posto dimenticato dall’uomo medio/mediocre, il risultato è pari al castello di Versailles. Invece sono due edifici di ben poco cemento, un po’ di lamiera e tanta fantasia, già perché loro di quest’ultima ne possiedono molta, altrimenti come farebbero ad aiutare il mondo intero corrompendolo con un 99 per cento di falsità misto a quel misero 1 di verità reclamizzata fatta di numerini.

Sorrido pensando che in quei pollai 5x2 definiti aule, settanta bimbi fatti di stracci dovrebbero imparare un qualcosa ben lontano dalla tanto decantata istruzione.

Noto un ruscello di acqua sporca, decido di scoprire se il numero delle mie dita è sempre pari a dieci, immergo i piedi, e il sollievo che provavo si trasforma immediatamente in imbarazzo, poco distante una madre sta raccogliendo l’acqua non più tale, chiedo scusa, lei mi sorride, ed io volgo lo sguardo a monte, un uomo sgraziato sta pisciando, penso ai miei piedi e a ciò che cucinerà quella ragazza mai stata bimba a suo figlio che se le varie diarree lo risparmieranno diventerà uomo, forse.

Ma nel pacchetto della nuova Versailles non era incluso un fottutissimo pozzo? 
>> 

... no, non mi abituerò mai.

raoul, l'ingenuo scribacchino

Thursday, November 29, 2012

sfocate immagini



Avevi un bel sorriso, amavi adornare i capelli sempre con lo stesso fiore, eri la prima ad arrivare agli autobus in partenza, per vendere il tuo sacchetto di uova, sempre di corsa, sempre un metro in più del giorno precedente, per vedere più cose possibili, sussurravi. Sgranavi gli occhi affinché alcun dettaglio non ti rimanesse sconosciuto, cercavi pagine da leggere, le più svariate, quelle abbandonate, come te, vocaboli da ripetere di una lingua che non conoscevi, giocavi con la fantasia, tua fedele compagna, immaginavate luoghi lontani, diversi, posti che non facessero male. Quante attese, interminabili silenzi, sogni che a stento riuscivi a fare tuoi, e solamente per qualche attimo, troppo belli per poterli custodire, alcun nascondiglio sarebbe stato sicuro, un cenno non consueto, e il mondo che ti circondava avrebbe capito che tu non avevi paura di lui, non più. Hai sempre amato questa bugiarda vita, hai sempre tolto un po’ a te stessa affinché chi ti fosse vicino godesse del tuo sorriso, la sola cosa che sapevi di possedere.

Ancora uno sguardo, inutile ma dovuto, un vetro sporco, un motore sofferente, un pianto soffocato, un sacchetto blu di uova che sapevo non essere il tuo, non più.

raoul


Wednesday, November 28, 2012

un giorno come tanti



Bevi una calda birra, conti le zanzare che ti hanno solamente annusato e non assaggiato, non eri di loro gradimento … ti guardi le mani, rovinate ma felici, l’acqua è tornata … oggi è andata bene come ieri, come il giorno che verrà,  non per te piccola ragazzina, che pur non di non essere venduta al baratto di tante vacche ti buttasti nel fiume dicendo addio a un mondo maldestro e di dubbio valore. 


raoul


Sunday, November 25, 2012

Sudan, Sud Sudan e il loro novembre.



Sono più di trecento gli incontri fra i duellanti sudanesi nella malata Addis Abeba … e l’ultimo è già un vago ricordo.

Manca poco che il poco Nero statunitense tolga dalla lista dei cattivi lo stronzo Al Bashir, nonostante la sua agendina personale collezioni i numeri particolari di Mali, Tanzania, Kenya, Somalia e Nigeria. (asili per futuri terroristi)

Le portatrici sane di cancro umanitario, intendo le NGO, continuano a sperperare denaro donato da privati, pretendendo di intervenire sul territorio di cui conoscono innumerevoli nozioni lette e nulla di vissuto.

Il movimento islamico a Khartoum si riunisce, ordine del giorno, “inneggiamo al cambiamento, senza metterlo in pratica”.

Il Darfur è una pillola ormai digerita da tempo come i milioni di Euro spesi, scusate il termine, per un cazzo.

Umserdiba, Alatmur, Alregifi , Tablo, Achrun, Daldoko e Boram, erano dei villaggi sui monti Nuba, ora sono unicamente Cenere. (Monti Nuba)

La Russia incontra Al Bashir, vi lascio immaginare.(tema della discussione, vodka e Abyei)

E ancora, Tafrang, Banat, Kumra, Alsamaha, Katraya, Almak, Safora, Najar Alhabel, Wadelgeel, Hellat, Mohamed Rasheed, Umsediana, Alban Jadeed, Alnugra, e Khor Basheer, nomi non di una società dilettantistica di calcio, bensì di villaggi che hanno bruciato ininterrottamente per quattro giorni.(sempre Monti Nuba)

La Dinkamania e il loro nepotismo continua a dilagare nella se pur giovane ma ormai avariata Juba e dintorni, il resto del Sud Sudan.(dei 4 miliardi di dollari ancora nessuna traccia, di rapimenti per chi ha osato denunciarlo, sì)

l'itinerante e ingenuo scribacchino.

Tuesday, November 20, 2012

inevitabile tornare



Il numero 48 di un sedile consumato di un autobus sgangherato, poche le persone a farmi compagnia, vetri colorati dalla polvere, manifesto di un rivoltante rosa raffigurante un film indiano di serie C, biglietto di una lotteria per poveri mai vincente, un vecchio e consumato uomo, povero ma non banale che veste quanto di meglio possiede, un paio di stivali di color celeste gomma, un abito spaiato malamente rappezzato, e un cappello che lontanamente ricorda un improbabile Al Capone. E poi, i resti di un’erba masticata da chi sa di dover rimanere sveglio, e lei, bimba madre di un pianto poco più acerbo, e ancora, le immancabili armi, ovunque, esibite e nascoste, scenario dettato da una legge di sopravvivenza che non conosce tribunale alcuno. e non per ultimo, una destinazione che se non devi o stupidamente ami, mai penseresti di voler raggiungere.

Infine loro, gli instancabili ricordi, perennemente impegnati a rincorrere quel presente cui concedono un tempo breve per voltarsi, sentirne il fiato e dire loro di lasciarlo divenire futuro almeno per un istante.

raoul

Thursday, November 15, 2012

rimani così come sei



Ho un dubbio, a un bimbo fatto di stracci cosa si può raccontare del mondo che non fa parte del suo misero quotidiano, quel mondo tanto rispettato e luccicante, e non sporco, inadeguato, e miserabile come il suo. 
Di quel mondo che non conosce, che a mal appena intravede grazie alle pubblicità sui cartelloni, perché per quelli il denaro si trova sempre, per sconfiggere la più grande malattia creata dall’uomo che miete vittime ogni istante, la povertà, ebbene per quella si è deciso da sempre di non curarcene. 
Perciò cosa dovrei raccontarti piccolo bimbo fatto di stracci, che in quel mondo che non conosci ci si a fa pezzi ogni santissimo giorno, brandelli di vita che scompaiono senza lasciar traccia in alcuna memoria, che non passa istante in cui l’odio e la superbia non dimostrino il meglio di loro stesse, un elenco infinito di violenze, così assordante da divenire consuetudine, una normale routine di sottotitoli neppure virgolettati.

Quindi, se ti capita e hai qualche sporca moneta da spendere, ma sì, guardati una partita, di quel calcio tanto mitizzato, quelle sì che fanno parte di quel vivere a te sconosciuto, e non ti preoccupare perché anche se cascasse quel fottutissimo paradiso terrestre, troverebbero chi le giocherebbe e stai pur certo che te le trasmetterebbero, d’altronde un posto per una parabola e un decoder vanno a ruba più di una medicina e un po’ di coscienza.

Buona notte mio piccolo straccione ...

... il tuo ingenuo scribacchino



Monday, November 12, 2012

I miei comandamenti.




Detesto coloro che sono sempre puntuali nel crociare il proprio petto per ogni cosa e poi scordarne il significato.

Detesto i cattolici, i protestanti, gli ortodossi, i mussulmani, quelli dalla fede facile, quelli per convenienza o esigenza, in altre parole la maggior parte di chi afferma di esserlo.

Detesto chi dopo avere letto un po’ di teologia crede, anzi, è convinto di essere fra i pochi eletti a conoscere profonde verità.

Detesto tutti quelli che pensando di aiutare nel nome dell’Altissimo non si accorgono di quanta facile ipocrisia coltivano nella loro profonda bassezza.

Detesto le reazioni del tipo “trovato con le dita nel barattolo della marmellata”, laici inclusi, e sono tanti, troppi.

Detesto chi dice di essere stato chiamato, dimenticandosi che le cazzate compiute nel corso della propria vita giungono esclusivamente in completa autonomia.

Detesto coloro, un gran numero credetemi, che usa il sacro Verbo esclusivamente per appagare il proprio ego.

Detesto chi non ammette che senza quella fede che giurano di avere, conosciuta nei libri ma non Sentita, non sarebbe altro che una persona maledettamente vuota.

Detesto me stesso perché dovrei prendere a calci più spesso un tale Disgusto.


Raoul, un cristiano qualunque.

p.s. stanco di vedere i pochi Veri pagarne il prezzo.




Sunday, November 11, 2012

Nuba, novembre 2012


Molte volte spendere parole sembra significare poco o nulla.

Ciò che segue è una breve e ironica interpretazione che il sottoscritto ha voluto dare della lettera che il popolo Nuba ha spedito alla comunità cosiddetta internazionale, riguardante la loro situazione, o meglio ciò che di loro rimane.

<<Chi scrive, chi si permette di disturbare il gentil pubblico, sono le mani del popolo Nuba, già proprio noi, noi dei settanta linguaggi, noi delle cerimonie del fuoco, noi del sangue di capra cosparso sulle malandate porte delle nostre capanne, noi della non proprio buona Merissa, noi della lotta alla vigilia del raccolto, noi delle madri in dolce attesa con le asce per scacciare il maligno, noi discendenti degli egiziani in fuga dal re Psammetichus.

Noi vi domandiamo quali parole usare per rispondere ai nostri affamati e stremati figli, le volte, tante, troppe, cui ci chiedono semplicemente, Perché?

I vostri sono vocaboli troppo grossi e vuoti:. risoluzione 2046, di quale strana matematica ... No fly zone, le bombe continuano a cercarci … accordi di Addis Abeba, mai rispettati … Unione Africana, ma di quale Africa parlate … Nazioni Unite, unite se conviene.

In tutto ciò non troviamo di che sfamarci, di che sperare, di che vivere. 
Sono 17 mesi che stiamo morendo, e l’unica cosa certa è che per voi, noi Nuba, non rappresentiamo una priorità>>.


Distinti saluti da un popolo, i Nuba, quasi Estinto.


I Nuba e l'ingenuo scribacchino.

Friday, November 9, 2012

sciocchezze



STATE  COMODI, CONTINUATE A NON PENSARE.


Che il poco Nero statunitense all’occorrenza afroamericano fosse rieletto o perdesse non avrebbe fatto alcuna differenza. 
Vince chi versa il contante, e per entrambe le parti gli Interessati hanno identico volto e pongono la medesima firma.


raoul







Tuesday, November 6, 2012

Un disordine quanto mai appropriato.



<<Seicento uova per indigenti bocche, una parte di un numero infinito … casa fatta di legni trentennali, fango, bianca vernice e dignità da vendere … uomini e donne disturbate nell’animo e nel corpo … piccolo frigo con dentro il giusto … barattoli di viti e chiodi … foulard su capelli di donne mai dome … credenze di legno non antico ma di una saggia povertà … bicchieri di colorata plastica per bimbi assetati … scatole colme del “mai niente si butta” … un tempo container, ora cappella tutt’altro che sfarzosa, dove chiedere consiglio e perdono … stracci da lavare, tanti, ma mai sufficienti … verdura e frutta, mai abbondante ma buona … strazianti ferite guarite da mani mai sole … silenzio nei momenti che chiamano la quiete … passi decisi di missionarie che danno del tu alla paura … il cancello che vigila sul pericolo, figlio della più bassa povertà … sguardi di attesa e speranza sempre ricambiata. >>


Questo è il mondo che vivo, ogni qualvolta, voi, mie care amiche, mi permettete di farne parte.


raoul


Monday, November 5, 2012

Da uomo a uomo.



Il povero che si adagia si può “odiare”, io dico di sì. 
Colui che riconosce che le cose non vanno, che gli è stato tolto ciò che spetterebbe di diritto come abitante di questo inadeguato mondo, risultato di un’esplosione, creatura di un che di superiore o di un’evoluzione lenta e sempre più logorante, ebbene, chi ha forze per alzarsi e non dice basta, e accetta un’esistenza passiva giustificandola con un semplice, “cosa posso farci”, io lo detesto, posso comprenderlo, tuttavia non dividerò con lui un metro del mio cammino.

Avere una sorte bugiarda capita a molti, alla stragrande maggioranza, ma non accetto la morte del pensiero, del desiderare se non per se stessi, qualcosa di decente almeno per quei figli già condannati che hai avuto la fottuta “idea”di mettere al mondo. 

Almeno per loro dovresti trovare una stimolo sufficiente a dire la tua, per un attimo di questa misera vita, che inesorabilmente ti sta sottraendo ora dopo ora quella dignità che hai imparato per così poco tempo. Dovresti ritrarre la mano tesa e speranzosa di ricevere qualche spicciolo, e alzarla più in alto, per dire, anzi urlare con quanto più fiato in gola che anche tu esisti e la meriti, la vita, costasse tutto quello che hai, persino quei miseri stracci maleodoranti che ti ricoprono ma che non dicono chi realmente sei, perché anche se tu non lo sai, amico mio, sei molto più di quello che credi.

l'ingenuo scribacchino augura una serena notte a coloro che in questo preciso istante non si trovano bene al proprio posto

Thursday, November 1, 2012

settima parte ... interessa ancora?



21 ottobre:. Degli aiuti che avrebbero dovuto raggiungere già in agosto le aree colpite dai bombardamenti, neppure l’odore.

22 ottobre:. Il South Sudan non accetterà il voto dei pastori nomadi Misseriya in un referendum per chi popolerà Abyei.

23 ottobre:. L’incontro fra i due contendenti circa area di non belligeranza è andato “silenziosamente a farsi benedire”.

24 ottobre:. L’inviato americano Lyman, speciale esclusivamente per dire sconcertanti ovvietà, non si tira indietro neppure a questo giro, “non avere incluso la regione di Abyei negl’accordi di Addis Abeba, è stato un errore”. (possibile conoscere l’ammontare del suo stipendio?)

24 ottobre bis:. L’Egitto bombarderà la diga in Etiopia?

25 ottobre:. La n°1 delle Nazioni Unite ha preso ufficialmente posto sulla poltrona girevole. (non aspettatevi che qualcosa cambi)

26 ottobre:. Per i non attenti, Al Bashir è ancora al potere … come mai la primavera araba da quelle parti non è stata reclamizzata e aiutata come altre? (domanda stupida?)

27 ottobre:. SPLM-N, “abbattuto un carro armato e catturati altri due”, la risposta di Khartoum non si fa attendere, “forse a Risiko”.

28 ottobre:. Qualcuno si domanda ancora per quale motivo le Nazioni Unite e l’Unione Africa abbiano fallito sulla questione Abyei. (incredibile)

29 ottobre:. Cooperazione del South Sudan con le innumerevoli organizzazioni non governative: il nuovo compromesso è stato firmato, sulla linea di partenza tanti, vecchi e nuovi folletti, esperti nell’Aiuto disorganizzato.

30 ottobre:. In Juba e non solo la xenofobia verso gli stranieri, in particolar modo africani ha superato i livelli di guardia.

31 ottobre:. La TOTAL ha paura, in Jongley (South Sudan), il terreno è interamente lottizzato a suo nome, e David Yau, il nuovo ribelle, non sembra arrestare la sua crescita popolare. (sento puzza, indovinate di cosa)

raoul, l'ingenuo scribacchino.

una luce unicamente tua.


Ti vedo spesso, tu no. Ti guardo intento a chiacchierare col mondo, dargli del tu. Provo quantomeno a immaginare cosa tu gli stai sussurrando, quali segreti e gesta gli stai svelando, e se lui ricambia con altrettanta attenzione. A un tratto interrompi l’appassionante colloquio, un cinguettio desta il tuo sorriso, con accurata lentezza ti alzi, dove sei lo sai, conosci ogni minuscolo dettaglio del tuo personalissimo palcoscenico, nulla è a caso, quelle quattro mura e un po’ di ghiaia sono il tuo rifugio sicuro. Io dal mio canto cerco di non deviare il tuo percorso, ponendo ostacoli che non conosci, che potrebbero spegnere la tua fantasia, sbaglio? O forse la accrescerebbero, nuove storie potresti raccontare a quel mondo soltanto tuo, quell’emisfero in cui non vedere non crea immeritato isolamento e codardia altrui, in cui del sangue malato non gioca brutti scherzi … piccolo bimbo che hai accarezzato i miei capelli impolverati, se ti dicessi che il tuo gesto così spontaneo non ha fatto tremare quel mio sgraziato cuore, meriterei l’ergastolo alla stupidità.

dormi bene

il tuo ingenuo ... amico.

Tuesday, October 30, 2012

gente del Mali



È brava gente, soprattutto bella dentro, straordinariamente se stessa … a breve torneranno a casa, e son certo che il loro periodo se pur breve è stato importante, mancherete a quelle persone, non solo per ciò che avete saputo dare, ma perché eravate laggiù, fra loro, nel mezzo di quel Poco, che con immenso timore cerca di non perdersi. 
Sono le vostre ultime ore, poi tutto cambierà, già sapete che una parte di voi non potrete mai più colmarla, alcunché riuscirà a "risarcirvi" della felice perdita, qualcosa d’importante non tornerà indietro con voi, ne un oggetto, ne una fotografia, e tanto meno l'illusione di un profumo potrà restituirvelo, semplicemente perché non appartiene più alla vita che vi apprestate a riprendere, e non la ritroverete se non facendo ritorno, ancora e ancora.

un abbraccio
  
raoul, un vostro amico.




Monday, October 29, 2012

infezioni difficili da debellare



schede telefoniche con uomini in doppio petto per un successo assicurato …

cartelloni giganti inneggianti al preservativo dal variegato gusto e stimolazione …

manifesti raffiguranti i molteplici e numerati tagli di capelli disponibili nella bottega della cosiddetta bellezza …

cemento a più piani, disordinate gabbie per i nuovi e sempre più poveri, violentemente defraudati della propria casa fatta in merda tradizionale, certamente, tuttavia sincera …

pubblicità di scuole cui nomi sembrano garantire a tuo figlio un vaccino contro l’ignoranza …

le cliniche ad alta professionalità, così elevata che stenti a crederci, appunto …

e poi, Messi e Ronaldo, divinità da idolatrare tutto il giorno tranne che durante le preghiere nelle centinaia di migliaia di chiesette delle religioni sempre più gravide di luoghi culto, "della serie se sei povero, e lo sei, prega, ma se vieni da Noi scavalchi la fila" …

pellicole televisive, preferibilmente indiane o statunitensi, cantate e ballate da ragazzini che danno il  5 ai professori … immondizia facile da imitare, altamente digeribile per chi non è abituato a pensare …

Insomma, tutto ciò che quotidianamente trovate nel vostro pianerottolo personale, con una sola differenza, il numero degli ingenui morti di fame è decisamente inferiore.

una serena notte, non indotta, non reclamizzata, soltanto vostra.

il vostro ingenuo scribacchino.


Sunday, October 28, 2012

a volte fa male.




Ricordo tutto di quel cortile, persino i sassi, e quei mattoni su cui sedevamo, il fuoco, l’acqua che bolliva a fatica, il pacchetto di pasta, la conserva e la scatoletta. Erano le settimane di coprifuoco, tutto doveva essere spento, ma chi avrebbe fatto caso a quella labile fiamma.
Attendevamo che si spegnessero le ultime voci, che i bimbi dormissero, era il nostro momento, la quiete tanto sospirata sin dal mattino. Il nulla ci apparteneva ma sapevamo renderlo ricco, con il sorriso che era soltanto tuo, raccontavi la giornata, andata, così usavamo dire, ed io la mia.
Dio, quel fuoco, era il punto di ritorno, lasciavi cadere tutto, la stanchezza, lo sporco, persino le lacrime che non possedevi più, da tempo.
Tu ad est ed io a sud, poche volte insieme, se capitasse qualcosa a qualcuno chi si occuperebbe dei ragazzi del cortile, di quel colorito gruppo di piccoli personaggi fatti di colla e stracci.
Okotiuka eri in gamba, ci vollero i fuochi d’artificio per spegnerti.
Questa notte è per te.

raoul

Friday, October 26, 2012

Non crediate sia finita. (6°parte)



11 ottobre:. Abyei e dintorni sono luoghi deserti, “abitati” da un popolo fantasma.

12 ottobre:. La popolazione di confine non comprende gli accordi di Addis Abeba, “cosa non si può e cosa è meglio fare senza essere visti”.

13 ottobre:. Si cerca persino nella lontana Australia documenti che chiariscano le 14 miglia e le non poche aree contestate lungo tutto il confine.

14 ottobre:. Russia e Cina sempre più alleate contro la debole Unione Africana.

15 ottobre:. Superato il tetto di 850000, persone che non possiedono più nulla (South Kordofan e Blue Nile).

16 ottobre:. L’accordo su olio nero e le tasse di transito “oscura” tutto il Resto.

17 ottobre:. Risoluzione 2046, a cosa serve?

 “      “     :. Artiglieria pesante di fabbricazione cinese e russa in sontuosa parata fra le strade di Al Bashir.

18 ottobre:. Non è ancora chiaro quale sia il corridoio ritenuto “sicuro” fra i due stati.

19 ottobre:. David Yau? “Non sta con noi, dicono i Murle, e chi lo conosce, rispondono i Nuer” (città di Pibor in Jongley State nel South Sudan).

20 ottobre:. 30000 furono i bambini sotto i 12 anni che morirono in Somalia per Fame.
South Kordofan e Blue Nile hanno le carte in “regola” per raddoppiare la Cifra.

vi auguro un buon fine settimana

raoul, l'ingenuo scribacchino.



Tuesday, October 23, 2012

A ognuno la propria scelta.



Ti sentivi importante, non negarlo, proteggevi e abbracciavi qualcosa di costoso, qualcosa per pochi, come quel vestitino blu, ricordi. Mai avresti pensato di fare una fine così disonorevole. 
Proprio tu, fiero del compito assegnato, svolto a oggi con apprezzabile dedizione, cadere così in basso, tu che fino a pochi istanti or sono eri il tutore degli angoli di quel bel televisore, giunto nella dimora dei ricchi che dagli scaffali ammiravi tanto, supplicando di “sceglierti”.

Dimmi, povero illuso, ora che le tue geometrie perfette sono prese a calci da quelle scarpette maleodoranti, portatrici non sane di verruche, costate una trecentesima parte di ciò che tanto accudivi, come ti senti?

Non mentirmi proprio adesso, ora che stai regalando qualche attimo di povera felicità a quella bimba fatta di stracci, ignorante su cosa fosse il tubo catodico, e quando il plasma ultrapiatto brutalmente lo rimpiazzò.

Dimmi, povero scemo di un Polistirolo, non senti per una volta nella tua mediocre esistenza, qualcosa dentro, qualcosa di bello?

... una notte di assoluto non Polistirolo dal vostro ingenuo scribacchino.

Saturday, October 20, 2012

5° parte ... tanto per annoiarvi.



01 ottobre :. Si dice che il Sud Sudan non fornisca più ai traditi “ribelli” del SPLM-N, armi e carburante … gli stolti di pensiero potranno credere che smetteranno di combattere.

02 ottobre :. Fratelli oleosi, ecco cosa sono i Due Sudan, dopo i Nove accordi stipulati nella vicina e marcia Addis Abeba.

03 ottobre :. SSLS, "partito di opposizione" del Sud Sudan non accetta i sopracitati concordati.

04 ottobre :. Più di 400 mila abitanti sono fuggiti dalla montagne Nuba.

05 ottobre :. 45 chilometri, rappresenta la gittata delle armi in dotazione ad Al Bashir, equipaggiamento russo  venduto dai cinesi al Sudan appunto, per colpire comodamente gli abitanti del Darfur, South Kordofan e Blue Nile.

06 ottobre :. Persino la sgangherata Chiesa Cattolica si accorge di quanto siano Poppanti i cooperanti NGO presenti sul territorio sud sudanese.

08 ottobre :. SPLM-N, SLM-AW e JEM, ricordo da non confondere con sigle farmaceutiche o marche di marmellata, confermano gli intenti comuni nel destituire il bastardo Al Bashir.

09 ottobre :. In Kadugli, South Kordofan, piovono confetti BOOM nel terreno dell’UNICEF, inesplosi.

10 ottobre :. Il cappellaio Salva Kiir, presidente del Sud Sudan, tira le orecchie alla polizia di stato, “avete la mano, anzi bastone troppo pesante con gli stranieri africani presenti sul territorio” (detenzioni abusive, difesa legale non garantita, espropriazione dei beni non giustificata e via discorrendo).

11 ottobre :. La cosiddetta zona di Non Guerra tanto annunciata sembra esistere solo sulla carta dei trattati.


un abbraccio per una serena giornata di sabato dal vostro ingenuo scribacchino.

Saturday, October 13, 2012

sei tu



Porti una croce, ma non vive adagiata al tuo petto, non rappresenta una fede, una qualsivoglia religione, e tantomeno il ricordo di un felice momento passato.

La indossi comunque, con fierezza, ti accompagna in ogni angolo della tua esistenza, la notte la allontani, desideri separartene ma mai di molto. Son certo che l’hai odiata, maledetta, e ancor oggi ti domandi perché debba essere parte di te.

Quasi ti ha visto nascere, sei cresciuta con lei, e lei in te, ti ha ricordato chi non sei. 

Tante volte gliel’hai data vinta, forse troppe, altrettante furono quelle in cui desiderasti farle conoscere la tua sofferenza gettandola nel fuoco, lo stesso bruciore che ancora senti e ti condanna.

L’hai rifiutata, abbandonata, nascosta, una sorta di omertà interiore affinché gli altri, il tuo piccolo mondo non la notasse, e capisse immediatamente chi sei.

La notte sogni di appenderle, già, quelle due metà che pensi solo loro possano far di te una persona. 
Un giorno mi auguro tu non debba più aver paura delle tue inseparabili compagne, che tu possa unirle di fronte a te, e accarezzandone i segni del tempo trascorso insieme tu possa vivere la tua vita senza alcun rimpianto.

raoul