le mie..

le mie..

Sunday, August 11, 2013

grazie


cara amica,
non so dirti la ragione, ma tutte le volte che incontro il tuo vivere, la tua semplicità, il non buono che mi circonda svanisce, come se mi desse tregua. 
mi piace trascorrere qualche minuto della sera, sentendo parlare delle provviste spedite dalla tua mamma, quei pacchi che giungono per mani sconosciute, della cioccolata ricevuta, del miele dei tuoi ragazzi, delle medicine scadute ma ancora efficaci, dei racconti che in qualche modo ci fanno parlare di noi stessi senza timore alcuno.

sai, mia cara amica, ho impresso nella memoria quando tempo addietro mi parlasti di una persona a te molto cara, della sua inquietudine, rammento il tuo sguardo proiettato a lei, ai giorni che trascorrerai in sua compagnia quando rientrerai per riposare, per come ti conosco, so per certo che ti dedicherai, le farai sentire il tuo affetto e la tua dolce severità, le darai prova del tuo esistere affinché sia di sprono al suo, attualmente inceppato, le accarezzerai lo sguardo infondendole quella serenità che ti vedo donare ogni volta che il mio vagabondare mi permette di esserti attorno.

sai, mia cara amica, fino a quando potrò accedere al mondo di persone speciali come te, e tu lo sei, io saprò sempre da quale parte stare.

ti voglio bene.
raoul






Wednesday, August 7, 2013

FIND THE CURE






find the cure


l'ingenuo scribacchino vi invita a sostenerli, FTC,  fra i pochi che Fanno.

raoul

Sunday, August 4, 2013

finché sei in tempo.


(?)... dimmi, come sono le tue carte, pensi valga la pena aumentare il carico, andare a vedere, bluffare, hai di che coprire ... sicuro che il piatto sia alla tua portata ... è la prima volta che giochi, e credi di averne il diritto, diritto di sperare, già, perché a un morto di fame come te è sempre stato imposto il Nulla.

Non si sono accorti, di te, o meglio ti convinci di averla fatta franca, che l’abito apparentemente stile trasandato, nasconda il tuo essere, sei riconoscibile amico mio, quella etichetta sotto il polsino, il telefonino ancora immacolato, che parla una lingua a te sconosciuta, e poi, il tuo non profumo dettato da sapone di quarta categoria, l’ultima, perché più in basso è impossibile cadere, e se fosse, tu amico mio, saresti uno fra i centinaia di migliaia ad occuparne un posto di rilievo. 
Punti le dita dei piedi, le scarpe sono nuove, ma purtroppo non tue, nella vetrina dei meno poveri non avevano il tuo numero, e hai pensato che forse, affittandola ugualmente, il fastidio avrebbe giovato alla tua attenzione, avresti contato minuziosamente le carte, i loro semi, così come vedesti fare da quello strano soggetto cui chiedesti d'insegnarti le poche regole che speravi fossero le più importanti, le uniche che facessero al caso tuo, mio stupido amico.
Quella non è la tua sedia, la gente che ti circonda a cui per qualche istante hai scippato l'aria, sta neppure tanto amichevolmente, prendendoti in giro. Non sono meglio di te, ma nella scala alimentare sono due gradini sopra il tuo, quindi amico mio, tu sei la preda, e fra loro nessuno si sta pregustando il piatto, tu. Fra poco faranno cadere il sipario, l'attrazione della serata, la loro, ha stufato, non hanno più bisogno di te ... torna a casa, se ne hai il coraggio, torna dalla tua famiglia, da tua moglie e dai tuoi due figli che per la tua stupidità per i prossimi giorni dovranno camminare guardando per terra, non per la vergogna, ma per nascondere la fame che tu hai regalato loro.
Come ti senti, mio tragico e sciocco amico?
Cosa mi dici di quei semi che hai creduto di contare, non era meglio piantarli, dare loro la giusta acqua, anziché trovarti per la strada fangosa con la paura di danneggiare ciò che indossi ... domani mattina dovrai restituire l'abito e il denaro perduto, so che hai intenzione di fuggire, ma porca miseria, che i prossimi giorni di merda e disperazione ti diano un'ultima possibilità di riscattare te stesso. 
Ora torna a casa, in quei sei metri quadrati di cicca, troverai loro ad attenderti, affamati ma pur sempre contenti di averti, mio sciocco amico.

l'ingenuo scribacchino ...