le mie..
Friday, November 30, 2012
Thursday, November 29, 2012
sfocate immagini
Avevi un bel sorriso, amavi adornare i capelli sempre con lo
stesso fiore, eri la prima ad arrivare agli autobus in partenza, per vendere il
tuo sacchetto di uova, sempre di corsa, sempre un metro in più del giorno
precedente, per vedere più cose possibili, sussurravi. Sgranavi gli occhi
affinché alcun dettaglio non ti rimanesse sconosciuto, cercavi pagine da
leggere, le più svariate, quelle abbandonate, come te, vocaboli da ripetere di
una lingua che non conoscevi, giocavi con la fantasia, tua fedele compagna,
immaginavate luoghi lontani, diversi, posti che non facessero male. Quante attese,
interminabili silenzi, sogni che a stento riuscivi a fare tuoi, e solamente per
qualche attimo, troppo belli per poterli custodire, alcun nascondiglio sarebbe
stato sicuro, un cenno non consueto, e il mondo che ti circondava avrebbe
capito che tu non avevi paura di lui, non più. Hai sempre amato questa bugiarda
vita, hai sempre tolto un po’ a te stessa affinché chi ti fosse vicino godesse
del tuo sorriso, la sola cosa che sapevi di possedere.
Ancora uno sguardo, inutile ma dovuto, un vetro sporco, un motore sofferente, un pianto soffocato, un sacchetto blu di uova che sapevo non essere il
tuo, non più.
raoul
raoul
Wednesday, November 28, 2012
un giorno come tanti
Bevi una calda birra, conti le zanzare che ti hanno solamente
annusato e non assaggiato, non eri di loro gradimento … ti
guardi le mani, rovinate ma felici, l’acqua è tornata … oggi è andata bene come
ieri, come il giorno che verrà, non per
te piccola ragazzina, che pur non di non essere venduta al baratto di tante
vacche ti buttasti nel fiume dicendo addio a un mondo maldestro e di dubbio
valore.
raoul
Sunday, November 25, 2012
Sudan, Sud Sudan e il loro novembre.
Sono più di trecento gli incontri fra i duellanti sudanesi
nella malata Addis Abeba … e l’ultimo è già un vago ricordo.
Manca poco che il poco Nero statunitense tolga dalla lista
dei cattivi lo stronzo Al Bashir, nonostante la sua agendina personale
collezioni i numeri particolari di Mali, Tanzania, Kenya, Somalia e Nigeria.
(asili per futuri terroristi)
Le portatrici sane di cancro umanitario, intendo le NGO, continuano a sperperare denaro donato da privati, pretendendo di intervenire
sul territorio di cui conoscono innumerevoli nozioni lette e nulla di vissuto.
Il movimento islamico a Khartoum si riunisce, ordine del
giorno, “inneggiamo al cambiamento, senza metterlo in pratica”.
Il Darfur è una pillola ormai digerita da tempo come i
milioni di Euro spesi, scusate il termine, per un cazzo.
Umserdiba, Alatmur, Alregifi , Tablo, Achrun, Daldoko e Boram,
erano dei villaggi sui monti Nuba, ora sono unicamente Cenere. (Monti Nuba)
La Russia incontra Al Bashir, vi lascio immaginare.(tema della discussione, vodka e Abyei)
E ancora, Tafrang, Banat, Kumra, Alsamaha, Katraya, Almak,
Safora, Najar Alhabel, Wadelgeel, Hellat, Mohamed Rasheed, Umsediana, Alban
Jadeed, Alnugra, e Khor Basheer, nomi non di una società dilettantistica di
calcio, bensì di villaggi che hanno bruciato ininterrottamente per quattro
giorni.(sempre Monti Nuba)
La Dinkamania e il loro nepotismo continua a dilagare nella se
pur giovane ma ormai avariata Juba e dintorni, il resto del Sud Sudan.(dei 4
miliardi di dollari ancora nessuna traccia, di rapimenti per chi ha osato
denunciarlo, sì)
l'itinerante e ingenuo scribacchino.
Tuesday, November 20, 2012
inevitabile tornare
Il numero 48 di un sedile consumato di un autobus
sgangherato, poche le persone a farmi compagnia, vetri colorati dalla polvere, manifesto
di un rivoltante rosa raffigurante un film indiano di serie C, biglietto di una
lotteria per poveri mai vincente, un vecchio e consumato uomo, povero ma non
banale che veste quanto di meglio possiede, un paio di stivali di color celeste
gomma, un abito spaiato malamente rappezzato, e un cappello che lontanamente ricorda
un improbabile Al Capone. E poi, i resti di un’erba masticata da chi sa di
dover rimanere sveglio, e lei, bimba madre di un pianto poco più acerbo, e
ancora, le immancabili armi, ovunque, esibite e nascoste, scenario dettato da
una legge di sopravvivenza che non conosce tribunale alcuno. e non per ultimo, una
destinazione che se non devi o stupidamente ami, mai penseresti di voler raggiungere.
Infine loro, gli instancabili ricordi, perennemente impegnati
a rincorrere quel presente cui concedono un tempo breve per voltarsi, sentirne
il fiato e dire loro di lasciarlo divenire futuro almeno per un istante.
raoul
Thursday, November 15, 2012
rimani così come sei
Ho un dubbio, a un bimbo fatto di stracci cosa si può
raccontare del mondo che non fa parte del suo misero quotidiano, quel mondo
tanto rispettato e luccicante, e non sporco, inadeguato, e miserabile come il
suo.
Di quel mondo che non conosce, che a mal appena intravede grazie alle
pubblicità sui cartelloni, perché per quelli il denaro si trova sempre, per sconfiggere
la più grande malattia creata dall’uomo che miete vittime ogni istante, la povertà,
ebbene per quella si è deciso da sempre di non curarcene.
Perciò cosa dovrei
raccontarti piccolo bimbo fatto di stracci, che in quel mondo che non conosci
ci si a fa pezzi ogni santissimo giorno, brandelli di vita che scompaiono senza
lasciar traccia in alcuna memoria, che non passa istante in cui l’odio e la
superbia non dimostrino il meglio di loro stesse, un elenco infinito di
violenze, così assordante da divenire consuetudine, una normale routine di
sottotitoli neppure virgolettati.
Quindi, se ti capita e hai qualche sporca moneta da spendere,
ma sì, guardati una partita, di quel calcio tanto mitizzato, quelle sì che
fanno parte di quel vivere a te sconosciuto, e non ti preoccupare perché anche
se cascasse quel fottutissimo paradiso terrestre, troverebbero chi le giocherebbe
e stai pur certo che te le trasmetterebbero, d’altronde un posto per una
parabola e un decoder vanno a ruba più di una medicina e un po’ di coscienza.
Buona notte mio piccolo straccione ...
... il tuo ingenuo scribacchino
Monday, November 12, 2012
I miei comandamenti.
Detesto coloro che sono sempre puntuali nel crociare il
proprio petto per ogni cosa e poi scordarne il significato.
Detesto i cattolici, i protestanti, gli ortodossi, i mussulmani,
quelli dalla fede facile, quelli per convenienza o esigenza, in altre parole la
maggior parte di chi afferma di esserlo.
Detesto chi dopo avere letto un po’ di teologia crede, anzi,
è convinto di essere fra i pochi eletti a conoscere profonde verità.
Detesto tutti quelli che pensando di aiutare nel nome dell’Altissimo
non si accorgono di quanta facile ipocrisia coltivano nella loro profonda
bassezza.
Detesto le reazioni del tipo “trovato con le dita nel barattolo
della marmellata”, laici inclusi, e sono tanti, troppi.
Detesto chi dice di essere stato chiamato, dimenticandosi
che le cazzate compiute nel corso della propria vita giungono esclusivamente in
completa autonomia.
Detesto coloro, un gran numero credetemi, che usa il sacro Verbo
esclusivamente per appagare il proprio ego.
Detesto chi non ammette che senza quella fede che giurano di
avere, conosciuta nei libri ma non Sentita, non sarebbe altro che una persona maledettamente vuota.
Detesto me stesso perché dovrei prendere a calci più spesso un tale Disgusto.
Raoul, un cristiano qualunque.
p.s. stanco di vedere i pochi Veri pagarne il prezzo.
Sunday, November 11, 2012
Nuba, novembre 2012
Molte volte spendere parole sembra significare poco o nulla.
Ciò che segue è una breve e ironica interpretazione che il
sottoscritto ha voluto dare della lettera che il popolo Nuba ha spedito alla
comunità cosiddetta internazionale, riguardante la loro situazione, o meglio
ciò che di loro rimane.
<<Chi scrive, chi si permette di disturbare il gentil pubblico,
sono le mani del popolo Nuba, già proprio noi, noi dei settanta linguaggi, noi
delle cerimonie del fuoco, noi del sangue di capra cosparso sulle malandate
porte delle nostre capanne, noi della non proprio buona Merissa, noi della
lotta alla vigilia del raccolto, noi delle madri in dolce attesa con le asce
per scacciare il maligno, noi discendenti degli egiziani in fuga dal re Psammetichus.
Noi vi domandiamo quali parole usare per rispondere ai nostri
affamati e stremati figli, le volte, tante, troppe, cui ci chiedono
semplicemente, Perché?
I vostri sono vocaboli troppo grossi e vuoti:. risoluzione 2046, di
quale strana matematica ... No fly zone, le bombe continuano a cercarci … accordi
di Addis Abeba, mai rispettati … Unione Africana, ma di quale Africa parlate …
Nazioni Unite, unite se conviene.
In tutto ciò non troviamo di che sfamarci, di che sperare, di che
vivere.
Sono 17 mesi che stiamo morendo, e l’unica cosa certa è che per voi, noi
Nuba, non rappresentiamo una priorità>>.
Distinti saluti da un popolo, i Nuba, quasi Estinto.
I Nuba e l'ingenuo scribacchino.
Friday, November 9, 2012
Tuesday, November 6, 2012
Un disordine quanto mai appropriato.
<<Seicento
uova per indigenti bocche, una parte di un numero infinito … casa fatta di
legni trentennali, fango, bianca vernice e dignità da vendere … uomini e donne
disturbate nell’animo e nel corpo … piccolo frigo con dentro il giusto …
barattoli di viti e chiodi … foulard su capelli di donne mai dome … credenze di
legno non antico ma di una saggia povertà … bicchieri di colorata plastica per
bimbi assetati … scatole colme del “mai niente si butta” … un tempo container,
ora cappella tutt’altro che sfarzosa, dove chiedere consiglio e perdono … stracci
da lavare, tanti, ma mai sufficienti … verdura e frutta, mai abbondante ma
buona … strazianti ferite guarite da mani mai sole … silenzio nei momenti che
chiamano la quiete … passi decisi di missionarie che danno del tu alla paura … il
cancello che vigila sul pericolo, figlio della più bassa povertà … sguardi di
attesa e speranza sempre ricambiata. >>
Questo è il mondo che vivo, ogni
qualvolta, voi, mie care amiche, mi permettete di farne parte.
raoul
Monday, November 5, 2012
Da uomo a uomo.
Il povero
che si adagia si può “odiare”, io dico di sì.
Colui che riconosce che le cose
non vanno, che gli è stato tolto ciò che spetterebbe di diritto come abitante di questo inadeguato mondo, risultato di un’esplosione, creatura di un che di superiore
o di un’evoluzione lenta e sempre più logorante, ebbene, chi ha forze per
alzarsi e non dice basta, e accetta un’esistenza passiva giustificandola con un
semplice, “cosa posso farci”, io lo detesto, posso comprenderlo, tuttavia non
dividerò con lui un metro del mio cammino.
Avere una
sorte bugiarda capita a molti, alla stragrande maggioranza, ma non accetto la
morte del pensiero, del desiderare se non per se stessi, qualcosa di decente almeno
per quei figli già condannati che hai avuto la fottuta “idea”di mettere al
mondo.
Almeno per loro dovresti trovare una stimolo sufficiente a dire la tua, per
un attimo di questa misera vita, che inesorabilmente ti sta sottraendo ora dopo ora quella dignità
che hai imparato per così poco tempo. Dovresti ritrarre la mano tesa e
speranzosa di ricevere qualche spicciolo, e alzarla più in alto, per dire, anzi urlare con quanto più fiato in gola che
anche tu esisti e la meriti, la vita, costasse tutto quello che hai, persino quei miseri stracci maleodoranti che ti
ricoprono ma che non dicono chi realmente sei, perché anche se tu non lo sai, amico mio, sei
molto più di quello che credi.
l'ingenuo scribacchino augura una serena notte a coloro che in questo preciso istante non si trovano bene al proprio posto
Thursday, November 1, 2012
settima parte ... interessa ancora?
21 ottobre:.
Degli aiuti che avrebbero dovuto raggiungere già in agosto le aree colpite dai
bombardamenti, neppure l’odore.
22 ottobre:.
Il South Sudan non accetterà il voto dei pastori nomadi Misseriya in un
referendum per chi popolerà Abyei.
23 ottobre:.
L’incontro fra i due contendenti circa area di non belligeranza è andato “silenziosamente
a farsi benedire”.
24 ottobre:.
L’inviato americano Lyman, speciale esclusivamente per dire sconcertanti
ovvietà, non si tira indietro neppure a questo giro, “non avere incluso la
regione di Abyei negl’accordi di Addis Abeba, è stato un errore”. (possibile
conoscere l’ammontare del suo stipendio?)
24 ottobre
bis:. L’Egitto bombarderà la diga in Etiopia?
25 ottobre:.
La n°1 delle Nazioni Unite ha preso ufficialmente posto sulla poltrona girevole.
(non aspettatevi che qualcosa cambi)
26 ottobre:.
Per i non attenti, Al Bashir è ancora al potere … come mai la primavera araba da
quelle parti non è stata reclamizzata e aiutata come altre? (domanda stupida?)
27 ottobre:.
SPLM-N, “abbattuto un carro armato e catturati altri due”, la risposta di
Khartoum non si fa attendere, “forse a Risiko”.
28 ottobre:.
Qualcuno si domanda ancora per quale motivo le Nazioni Unite e l’Unione Africa
abbiano fallito sulla questione Abyei. (incredibile)
29 ottobre:.
Cooperazione del South Sudan con le innumerevoli organizzazioni non
governative: il nuovo compromesso è stato firmato, sulla linea di partenza
tanti, vecchi e nuovi folletti, esperti nell’Aiuto disorganizzato.
30 ottobre:.
In Juba e non solo la xenofobia verso gli stranieri, in particolar modo
africani ha superato i livelli di guardia.
31 ottobre:.
La TOTAL ha paura, in Jongley (South Sudan), il terreno è interamente lottizzato
a suo nome, e David Yau, il nuovo ribelle, non sembra arrestare la sua crescita
popolare. (sento puzza, indovinate di cosa)
raoul, l'ingenuo scribacchino.
una luce unicamente tua.
Ti vedo spesso, tu no. Ti guardo intento a chiacchierare col mondo, dargli del tu. Provo quantomeno a immaginare cosa tu gli stai sussurrando, quali segreti e gesta gli stai svelando, e se lui ricambia con altrettanta attenzione. A un tratto interrompi l’appassionante colloquio, un cinguettio desta il tuo sorriso, con accurata lentezza ti alzi, dove sei lo sai, conosci ogni minuscolo dettaglio del tuo personalissimo palcoscenico, nulla è a caso, quelle quattro mura e un po’ di ghiaia sono il tuo rifugio sicuro. Io dal mio canto cerco di non deviare il tuo percorso, ponendo ostacoli che non conosci, che potrebbero spegnere la tua fantasia, sbaglio? O forse la accrescerebbero, nuove storie potresti raccontare a quel mondo soltanto tuo, quell’emisfero in cui non vedere non crea immeritato isolamento e codardia altrui, in cui del sangue malato non gioca brutti scherzi … piccolo bimbo che hai accarezzato i miei capelli impolverati, se ti dicessi che il tuo gesto così spontaneo non ha fatto tremare quel mio sgraziato cuore, meriterei l’ergastolo alla stupidità.
dormi bene
il tuo ingenuo ... amico.
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