le mie..

le mie..

Friday, February 24, 2012

riflessione, soltanto mia.




L’Africa è ovunque, è dalle tue parti, dalle mie, dalle loro.
Africa è il tutto del niente. È un modo di essere, di non essere, è un gioco all’azzardo, le cui leggi e regole cambiano repentinamente. Non sarai mai in grado di capire quando e come, tuttavia ti sarà permesso di sedere al verde tavolo e giocare le tue carte di un mazzo segnato fantasticamente bene, e il tuo unico compito sarà di uscirne indenne.

Dovrai imparare, e sarai costretto a farlo in fretta, distinguere, prendere le misure, le distanze, e se sarai tanto “coraggioso”, allora potrai decidere una posizione, e mantenerla. 
Il guaio è che non sarà facile amico mio, dipenderà dai tuoi occhi, da ciò che saranno in grado di osservare e vivere, dal tuo sentire, dal tuo sbagliare, dal tuo fottutissimo e personalissimo mondo che complicherà e non di poco il tuo esserci.

Avrai a che fare con il più stronzo dei falsi e il più bastardo dei ricchi, e non dovrai mai dimenticare che nel mezzo esisterà sempre quella parte per cui sei venuto a curiosare, pensando di poter essere utile anche per un solo istante.

Avvertenza, le mie stanche parole non sono rivolte a turisti occasionali e imprenditori dal nessuno scrupolo, che si tratti di business o aiuto, del resto, a oggi la differenza non sussiste.

Sono per te amico mio, che ancora non conosci il retrogusto che lascia l’africa, quella con l’A minuscola, che in tanti, troppi, sembrano non voler vedere.

L’ingenuo scribacchino vi augura una soddisfacente serata.

Saturday, February 18, 2012

non serve molto...



Mi basta poco, un viso, un nome simile al tuo pronunciato ad alta voce … mi basta poco, non cerchi altro, un sorriso arriva sempre, e stai fottutamente bene … mi basta poco, una musica assordante, un ballo, l’odore del movimento … mi basta poco, un bimbo arrotolato su di una palla di plastica sgonfia … mi basta poco, un cane addormentato, incosciente e incurante del proprio dovere … mi basta poco, due parole con un amico lontano, ma non troppo … mi basta poco, di un uomo, i suoi occhi arrossati dal tempo e dalla volontà di non mollare … mi basta poco, il ricordo, quello più frequente, il più lieve, che non tradisce, uguale sin da quando divenne tuo, e mai ti abbandonò … mi basta poco, uno sguardo al domani, lui, unico compagno cui non so nulla, ma cui devo me stesso.

Mi basta poco.

da me, un augurio di una notte cordiale.

L'ingenuo scribacchino.

Thursday, February 16, 2012

UNHCR & I.O.M.



Prendere un biglietto per il treno che riporti nella propria terra madre, alcuni, e moltissimi altri in una patria nuova ma già vecchia e logora, sembra cosa ardua.

È ciò che succede in quella terra ostile chiamata “Sudan - Sud Sudan”.
Non raggiungono quota 400mila i fortunati, se così vogliamo chiamarli, che dopo estenuanti attese durate dei mesi hanno potuto raggiungere la nazione dei Dinka.

Hanno venduto tutto ciò che possedevano, compreso i semplici utensili per cucinarsi il cibo, o persino la rete su cui dormire, per poter attendere nei paraggi della stazione, di una città, di una regione, di una nazione che non li desidera più, essendo loro sud sudanesi, ormai.

Chi hai soldi corrompe, per tagliare l’attesa per un posto in barchetta o in treno. 
Per una tratta considerata ad alto rischio, qualunque mezzo essi prendano. 
Mine, ribelli, insoddisfatti, o semplici bastardi posso togliere loro la vita.

Questa disgrazia, o meglio Vergogna, dura da mesi, sotto l’occhio di Agenzie Internazionali, chiamate e STRAPAGATE per dare supporto a tale emigrazione che era prevista da ANNI
Sin dal giorno in cui fu siglato l’accordo di pace. 
Mi domando, quale pace?

In attesa di tale viaggio altri 700000 "esseri umani", NON NUMERI.


Raoul.




Tuesday, February 14, 2012

Così, non è solo il vecchio Sudan.



Lavoratori cinesi rilasciati.
Patti di non belligeranza firmati.
Altri patti mai rispettati.
Uguali etnie ma di differente residenza che suggellano promesse di reciproco aiuto con dono di vacche.
Disarmi mai attuati.
Finti disarmi attuati.
Tagli ai costi.
Prime necessità non tagliate perché mai pervenute.
Rubinetti oleosi chiusi.
Rubinetti di speranza mai aperti.
Aeroplani di aiuti mai decollati.
Osservatori strapagati NON operativi.
Folletti delle agenzie umanitarie sempre MENO umane.
Uomini di fiducia ancor più remunerati di NESSUNA utilità.
Mancanza di carta su cui scrivere.
Mancanza di insegnanti da cui apprendere.
Mancanza di un ideale da far proprio.
Strapotere etnico.
Lobby del silenzio.
Lobby del petrolio.
Lobby del bisogno altrui.
Lobby del menefreghismo programmato.

Lobby del “meglio capiti a loro che a noi”.

A voi tutti, una serena notte dall'ingenuo scribacchino.

Monday, February 13, 2012

Hai visto il nostro bimbo fatto di stracci?


                                
È il vento, nient’altro, lo credevi messaggero di un qualcosa, ma è semplicemente aria, persino fastidiosa. Nulla di più.
Gli occhi ti cadono altrove, giochi con la memoria, con le vite di un giorno, hai l’imbarazzo della scelta, sono molte, forse troppe. 
Scribacchino, sai di averne viste tante, e respirato aria sempre differente, cosa vorresti dirmi?

Forse una cosa sciocca, del tipo, lo Zambia ha vinto il campionato degli sfigati e degli sfruttati, che un intero popolo non avrà dormito per festeggiare la propria povertà continentale, che per una notte il tutto è giustificato da un’allegria rumorosa e invadente, che ogni cosa tornerà maledettamente come prima. 
Anzi no, forse girerà una percentuale maggiore di palloni di pezza, bimbi cercheranno di imitare al millesimo le gesta trionfanti dei propri idoli nazionali, la sfera sgualcita e maleodorante sicuramente entrerà nella ipotetica rete affinché il povero possa scivolare a ginocchia piegate tipo calciatore strapagato non continentale, fingendo che le gambe non facciano male perché il terreno non è verde e finto, ma di pietrisco, capace di prendere alloggio sotto la pelle per chissà quanto tempo.

Mia amica Anns, tu che stanotte avrai udito la gioia, la pura e semplice pazzia di un popolo festante, le grida scomposte di vite come altre sempre dimenticate, dimmi, quel “pietrisco” che conosciamo bene, quando Cicatrizzerà.

L'ingenuo scribacchino attende.


Thursday, February 9, 2012

Capita, troppo spesso.



Conosco due piccole missionarie, cui unico “tarlo” è rappresentato dalla gente. 
Hanno tutto contro e nulla a loro favore, anzi no, hanno la loro scelta, che anni addietro fecero e che mantengono nonostante il mondo, quella parte di mondo che invece di aiutarle, gioca costantemente contro di loro.

Per mesi la pioggia e il fango le separano dal resto, del mondo penserete voi, no, è identico, ma qualche chilometro più distante, significa solamente che dovranno fare scorta anticipatamente e di tutto, e che un certo numero di disgraziati non potrà arrivare in tempo per salvare la miserabile vita del proprio figlio.

Non hanno tempo per se stesse, il poco riposo a loro disposizione lo spendono per coloro che passano dalle loro parti, con qualche sacchetto di medicinali, l’ultimo modello di macchina fotografica pronta all’uso, e abbondanti sorrisi di circostanza.

A volte piangono le due piccole suore, ma credetemi, farete fatica a scoprirle in quel momento, che non è di debolezza, bensì di rabbia, di frustrazione, di abbandono.

Il loro sguardo è urlo, è tenerezza, è incredulità.
Il loro sguardo è soltanto loro, di nessun’altro.

P.S. a volte vomitare dalla rabbia, per non spaccare la faccia a un pezzo di merda potrebbe rivelarsi un’ottima soluzione.

L'ingenuo scribacchino.

Monday, February 6, 2012

Tanto per non cambiare, un po' di vecchio Sudan.



Già, perché se qualcuno pensava o avesse minimamente creduto che sarebbe cambiato qualcosa dopo quel lontanissimo 9 luglio si sbagliava, e non di poco.
I vicini rifugiati di carta d’identità etiopica, Nuer, dopo diversi giorni di cammino hanno fatto visita alle pari tribù dello stato di Jongley, da tempo impegnati nella vendetta senza regole a discapito dei Murle.
Hanno consegnato loro IL PROPRIO sostegno morale, e ALTRO, affinché la giusta punizione sia portata a compimento, costi quel che costi.

Desidero rammentare.
Mesi or sono i Murle furono gli artefici di carneficine ai danni delle tribù Nuer senza che il governo sud sudanese, Dinka, alzasse un dito. Appena si presentò l’occasione, i Murle ricevettero la visita degli aggrediti con tanto di “interesse”, pronta fu la reazione dell’Uomo dal Grande Cappello al secolo Salva Kiir e dei folletti delle Nazioni Unite. Immaginate il perché.

Distraiamoci un po’ con dell’altro …

I confetti BOOM proprio non vogliono saperne di non cadere sulla teste nubane, i passaggi negli ultimi giorni non si contano più, e neppure i resti di coloro che poco inaspettatamente hanno ricevuto lo sgradito dono dell’Uomo Oliva, Al Bashir.

Rapiti un numero imprecisato di lavoratori cinesi, la vera Padrona dell’Africa e primo contribuente delle pensioni statunitensi, si mette immediatamente all’opera per mediare circa la restituzione dei propri compatrioti.

Un quarto di occhio dell’opinione pubblica mondiale, SE PUR SBADIGLIANDO ci sta guardando, non ci frega chi e perché li abbia presi in ostaggio, facciamo affari con chiunque, governativi e non, ribelli e presunti tali, innocenti e colpevoli, morti di fame e di sete.
Quindi ridateceli, riaprite quelle cazzo di condutture e fateci pompare l’olio, l’unica ragione per cui siamo ANCHE qui.”
Firmato, Repubblica Popolare Cinese.

Concludo brevemente col Darfur, SILENZIO.

Buona notte a tutti gli scribacchini.